C’era una volta il servizio d’argento, quando la sua luce e la sua purezza naturale esercitavano ancora il loro fascino carismatico su coloro i quali si apprestavano a compilare una lista di nozze. Oggi, a quanto pare, le cose sono cambiate e non certo in meglio. Il luccichio dell’argenteria sembra, infatti, non esercitare più alcun fascino sulle giovani coppie di sposi che lo sacrificano volentieri in nome di scelte più pratiche e anche, si passi il termine, a misura di portafoglio. L’argento, in effetti, se puro al 100%, può raggiungere costi davvero elevati e non sempre alla portata di tutti. Persino nelle poche famiglie di sangue blu è snobbato quasi del tutto, salvo tramandarselo di generazione in generazione. Ma quali sono, a parte i costi, le ragioni di una tale debacle? Il motivo principale è che, secondo un’opinione assai diffusa, l’argento richiede una manutenzione abbastanza costante e puntuale ma, soprattutto, ha il grande difetto di non poter essere lavato in lavastoviglie. In poche parole non è pratico: una colpa tutt’altro che trascurabile agli occhi di una sposa impegnata e in carriera, come quella moderna, senza un attimo di tempo a disposizione.
Il servizio d’argento: sfatiamo alcune infondate leggende metropolitane.
Eppure, tutti dovrebbero sapere che apparecchiare la tavola è un’arte raffinata ed esibire un servizio in argento contribuirebbe a conferirle prestigio ma, soprattutto, a sottolineare l’elevata considerazione che abbiamo dei nostri ospiti. In secondo luogo, dobbiamo smentire il fatto che sia complicato “prendersi cura” delle posate in argento, invitando i molti che se ne sono privati a riscoprire questo piacere. Contrariamente a quanto si pensi, tale materiale non necessita di cure tanto complicate. Basti pensare che le posate si possono utilizzare abitualmente e conservare con le stesse modalità di quelle d’acciaio evitando, però, il contatto prolungato con alcuni cibi e sostanze quali, ad esempio sale, aceto, limone, uova, zafferano e gomme in genere. Dovrete, poi, avere la delicatezza, prima del normale lavaggio, di lasciarle a bagno con acqua calda corrente unita a detersivo liquido.
Ricco di fascino e sinonimo di eleganza, l’argento ha attraversato tutte le epoche della storia, assumendo le forme e le lavorazioni più svariate, in un continuo rinnovamento al passo con mode e rivoluzioni sociali e di costume.
Ad esempio, nel Settecento e nell’Ottocento le classi più abbienti consideravano il servizio d’argento indispensabile, specie nelle occasioni importanti, come cerimonie nuziali, pranzi di gala, feste e ricevimenti di corte. Sempre in queste epoche, sulle tavole di nobili e dignitari, non potevano mancare, oltre alle posate, candelabri e buvette o piccole ciotole per immergere le mani in acque profumate alle essenze di geranio e colonia. Evidentemente il fascino degli antichi fasti, oggi, non fa più presa sulle nuove generazioni. Eppure, l’argento si plasma e si adatta a gusti differenti e, a prescindere dalle diverse lavorazioni, è un materiale molto gradevole al tatto. Molti, poi, sono gli stili che hanno ispirato le creazioni di numerosi artigiani: minimal, Art Nouveau, Impero, Luigi XIII, Elisabettiano, Tudor e tanti altri ancora. Posate, piatti, portacandele, segnaposti, vassoi, sottopiatti, centritavola e molti altri oggetti, se lavorati in argento, acquistano un valore aggiunto che non smetterà mai di durare nel tempo.
Ma è risaputo che le mode passano e cambiano con la frequenza di un batter di ciglio. Sulle tavole delle giovani coppie, oggi, fanno bella mostra di sé le posate in acciaio dal design accattivante che, a quanto pare, sono considerate con lo stesso rispetto e ammirazione che si tributavano, non molto tempo fa, all’argento. Probabilmente, questa sarà la tendenza ancora per molti anni a venire, o forse, no. Possiamo solo prenderne atto e porgere i nostri omaggi alle “care e vecchie posate” d’argento destinate, purtroppo, o per fortuna, dipende dai punti di vista, a far parte dell’album dei ricordi.